Bologna, 45° anniversario della strage. Mattarella: “Spietata strategia eversiva neofascista”

BOLOGNA – Bologna non dimentica. Nel 45° anniversario della strage alla stazione la città ricorda le 85 vittime e i 200 feriti. La commemorazione prende il via a Palazzo d’Accursio con l’incontro fra istituzioni e l’associazione dei familiari delle vittime, poi il corteo da via Ugo Bassi a piazza delle Medaglie d’Oro, e i discorsi ufficiali, interrotti dal triplice fischio di locomotiva che introduce il minuto di silenzio alle 10.25, ora in cui esplose la bomba il 2 agosto 1980.
Nel cortile di Palazzo d’Accursio prende la parola anche la ministra Anna Maria Bernini (“un onore e un orgoglio essere qui”), ma viene contestata da un cittadino che raccoglie applausi fra i presenti. Poi la partenza del corteo verso la stazione: Paolo Bolognesi salutato da moltissimi applausi, per lui è l’ultimo corteo da presidente dell'associazione dei famigliari.
Il presidente della Repubblica Mattarella dichiara che la strage è stata un “segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali e, con essi, la nostra stessa convivenza civile”. Applauditissimo il discorso di Bolognesi, anche quando attacca la premier Meloni: “Condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici".
Punti chiave
“Dobbiamo continuare a camminare insieme per ottenere verità e giustizia, lo faremo anche per Ustica”, dice Lepore dal palco. “Nei giorni scorsi ho incontrato il Coordinamento nazionale dei famigliari di tutte le stragi, hanno accettato la proposta fare della nostra città la loro sede. Combatteremo l’oblio perché chi ha ferito a morte le nostre città confida nel tempo. Allora insieme faremo un parco della Memoria accanto alla stazione, verde come la speranza, rosso come la memoria. Desigilleremo 11 ettari al Ravone qui dietro li troverà spazio il Polo della memoria: vogliamo che chiunque possa visitarlo per la rinascita morale e civile del nostro Paese”.
“Bolognesi ha il diritto di fare il discorso più lungo e articolato e pieno di interpretazioni che non condivido, e io lo ascolterò con grande rispetto”, le parole della ministra Bernini. Il riferimento è a eventuali richiami all’attualità e al Governo in carica. “Sul palco il mio sarà un dissenso nel silenzio”, ha specificato ad alcune autorità al termine del suo intervento.
Dopo Bolognesi e il minuto di silenzio, prende la parola il sindaco Matteo Lepore. “Vorrei ringraziare i magistrati gli avvocati e l’associazione dei famigliari, vorrei citare in particolare il magistrato Mario Amato ucciso dai NAR. I figli mi hanno chiesto di intitolare al padre una piazza o una via della città: per Bologna sarà un vero onore”. E rivolto a Bolognesi: “Paolo, permettimi di abbracciarti. Un gesto che vorrebbe fare tutta la piazza”.
E’ il minuto più commovente della commemorazione della strage: il triplice fischio della locomotiva e il minuto di silenzio per le vittime della strage.

“Il prossimo anno, a parlare da questo palco sarà un nuovo presidente, eletto dall’assemblea odierna dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, che nominerà Paolo Lambertini, attuale vicepresidente, carica che ricopre da nove anni, figlio di Mirella Fornasari, una dipendente della Cigar, perita nella strage. Da parte mia continuerò il mio impegno e darò il mio contributo come presidente onorario dell’Associazione. Cambieranno le foglie, conserveremo le radici”, conclude il suo discorso Paolo Bolognesi, in ritardo rispetto all’appuntamento delle 10.25 col minuto di silenzio.

“Come abbiamo fatto noi famigliari a resistere tutti questi anni, ci chiedono i giovani. Abbiamo fatto come gli alberi che mutano le foglie ma lasciano intatte le radici”. Le parole commosse di Paolo Bolognesi.

“Figure come quella di Bellini svelano un filo nero che la Commissione antimafia avrebbe dovuto indagare approfondendo legami tra mafia e Servizi segreti ma non lo sta facendo”, attacca Bolognesi. “Da questo palco confermo la mia contrarietà alla nomina di Chiara Colosimo” a presidente della Commissione parlamentare antimafia.
Le storiche sentenze della strage arrivate nel 2025, con le condanne definitive all’ergastolo per Cavallini e Bellini, “questo splendido risultato è merito anche del nostro collegio di difesa composto dagli avvocati Lisa Baravelli, Alessia Merluzzi, Alessandro Forti coordinati dall’avvocato Andrea Speranzoni che con grande dedizione e impegno hanno condotto in porto questa impresa processuale che possiamo definire storica”. Ancora applausi dalla piazza, partecipa anche la segretaria del Pd Elly Schlein.
“Nel piano della P2 figurava la separazione delle carriere che il governo vuole attuare passandola come riforma. Esprimiamo preoccupazione per l’articolo 31 del decreto sicurezza: sembra un tributo pagato a coloro che avevano giurato fedeltà alla Costituzione ma di fatto ne hanno preso le distanze cercando di abbattere la democrazia”, tuona Bolognesi.

Dalle migliaia di presenti in piazza Medaglie d’Oro alla stazione di Bologna arrivano applausi a oltranza al presidente Paolo Bolognesi, fischi all’indirizzo del presidente del Senato Ignazio la Russa e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Alla Presidente del Consiglio, che ci ha accusato di volerla esporre a ritorsioni, nel ricordare il passato da cui proviene, come quello da cui provengono gli esecutori delle stragi, vogliamo dire che una cosa è il rispetto per le Istituzioni, un'altra cosa è l'accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare". Lo ha detto Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione del 2 agosto, dal palco in stazione a Bologna. "Presidente Meloni - ha detto - condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici".
Paolo Bolognesi parla dal palco di piazza Medaglie d’Oro per l’ultima volta da presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime. “Bisogna riconoscere che certi personaggi hanno un solo modo per uscire bene da questa vicenda: non parlarne, sperare che ci si dimentichi. Sono incredibili i trattamenti di favore riservati agli autori della strage. Pluriergastolani, mai pentiti che sono in libertà. È un fatto che tutti gli stragisti passarono dal Msi”
All’attentato del 2 agosto 1980 "Bologna, l'Emilia-Romagna, l'Italia, risposero con prontezza e fermezza, esprimendo tutta la solidarietà di cui sono capaci, respingendo -sottolinea ancora Mattarella - il disegno destabilizzante, le complicità presenti anche in apparati dello Stato, le trame di chi guidava le mani stragiste". "Nel giorno dell'anniversario, si rinnovano alle famiglie delle vittime i sentimenti di vicinanza. Espressione di una comunità coesa che aderisce a quei principi democratici, che gli artefici della strage volevano cancellare, generando paura per minare le istituzioni, cercando di spingere il Paese verso derive autoritarie, con responsabilità accertate grazie al tenace lavoro di Magistrati e servitori dello Stato. Merita la gratitudine della Repubblica -conclude Mattarella- la testimonianza dell'Associazione dei familiari delle vittime, che ha sempre tenuto accesa la luce sul percorso che ha portato a svelare esecutori e mandanti, prezioso esempio di fedeltà ai valori costituzionali, specie per i giovani".
"La strage della Stazione di Bologna ha impresso sull'identità dell'Italia un segno indelebile di disumanità da parte di una spietata strategia eversiva neofascista che mirava a colpire i valori costituzionali, le conquiste sociali e, con essi, la nostra stessa convivenza civile. Il 2 agosto di quarantacinque anni fa, con i corpi straziati, i tanti morti innocenti, la immane sofferenza dei familiari, lo sconvolgimento di una città e, con essa, dell'intera comunità nazionale, è nella memoria del Paese". Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.


"Questo va detto: anche il resto d'Italia ha diritto ad arrivare alla verità e alla giustizia. Se ne occupi, il sedicente ministro della Giustizia". Sono le parole di Pier Luigi Bersani, che sale sul palco del Due Agosto in piazza Medaglie d'Oro.

Lamberto Forni, presidente ANPI Baricella, con la bandiera dell’associazione partigiani, dice che “ è importante esserci perché noi siamo antifascisti e riconosciamo questa strage come fascista, è nel nostro dna essere presenti in questa storia. Dopo 45 anni l’ impressione purtroppo dopo 45 anni è quella che ancora oggi qualcuno non voglia riconoscere la verità, ma noi ormai la verità la conosciamo”.
Paolo Bolognesi nel suo ultimo intervento da Palazzo d’Accursio come presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, è tornato sulla direttiva del direttore degli archivi di stato che renderebbe difficile la consultazione delle sentenze sulla bomba alla stazione e non solo. "Non è un intralcio a nostro parere burocratico, ma è un intralcio per non farci fare passi avanti. Visto che i passi avanti si possono ancora fare, ecco, sembra quasi che ci vogliono impedire di andare oltre quello che stiamo andando. Per certa gente siamo andati troppo avanti", ha affermato. Queste "sono direttive contrarie alla legge perché le sentenze sono documenti pubblici e come pubblici devono essere trattati, non hanno nessun segreto da dover mantenere", ricorda bolognesi. "Il fatto che uno vada a chiedere una sentenza di questo tipo e perda dei mesi per poter solo avere risposte sul perché non si le danno, credo che sia un fatto che va nella direzione di nascondere", ha concluso.
Ad anticipare le migliaia di partecipanti del corteo il bus 37 che il 2 agosto 1980, guidato da Agide Melloni, portò all’obitorio i corpi dei morti alla stazione.

E’ partecipatissimo, come ogni anno, il corteo verso la stazione di Bologna.



Quella di Bologna “è una strage oscena, di eversione, che i magistrati hanno definito di matrice neofascista”. Lo ha sottolineato la ministra Anna Maria Bernini in corteo

“Mi pare che si confermi il quadro dell’anno scorso. Da un lato abbiamo ricostruzione giudiziaria confermata dalle sentenze e dall’ altro abbiamo esponenti del governo che fanno resistenza a questo”, dice la storica e scrittrice Benedetta Tobagi sfilando in corteo. “Io c’ero anche l’anno scorso e quando è possibile cerco sempre di venire. Essere qui infatti è un’esperienza molto forte perché non si esercita una memoria solo retorica. E poi sono qui non solo perché è il 45 esimo anniversario, ma anche perché è l’anno della condanna definitiva a Bellini. Che conferma la P2 anche come mandante della strage. Questo è un luogo dove non c’è una memoria retorica”.

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E’ partito fra gli applausi il corteo che arriverà a piazza Medaglie d’Oro. In testa Paolo Bolognesi, attuale presidente dell’associazione dei famigliari delle vittime, e il suo vice, Paolo Lambertini, che gli subentrerà.



“Ringrazio Bolognesi anche per tutto quello su cui non siamo d’accordo, perché questa è la democrazia. Grazie, sarò dissenziente nelle cose in cui non credo ma rispetterò come sempre il suo lavoro perché alla base del suo lavoro c’è la memoria. A nome di questo governo io dico che non abbiamo paura della verità. E ai famigliari delle vittime: la vostra ferita è anche la mia ferita”.
La ministra Bernini parla dal cortile di Palazzo d’Accursio e ringrazia: “Per me è un onore e un orgoglio essere qui in rappresentanza del governo”. Ma parte immediata la contestazione da parte di un cittadino che solleva uno striscione che recita: “Governo non credibile sul 2 agosto: come allora, ancora azioni fasciste, complicità con la Nato, e piano della P2”. Frasi che l'uomo ripete raccogliendo applausi fra il pubblico. Ma Bernini dal microfono: “Non condivido una parola, ma combatterò fino all’ultimo perché lei lo possa dire”.


Michele de Pascale sottolinea che questa è la prima volta in rappresentanza della Regione. Chi ha organizzato la strage “non aveva considerato come è fatta questa terra e questa città, credo che nessuno potesse immaginare che noi oggi saremmo stati qui con la verità in mano. Nessuno lo poteva pensare, invece questa forza è merito vostro e che racconta tanto della nostra terra. Emilia-Romagna è terra che come poche altre è stata vittima del terrorismo politico. Perché tanto odio? Perché è una terra che ama la verità e per chi non ama la libertà questa terra non può che essere un nemico”.
Anche la segretaria del Pd Elly Schlein partecipa a Bologna alla commemorazione della strage. E’ a Palazzo d’Accursio, sede del Comune, da cui inizia la giornata di memoria del Due Agosto.


“Abbiamo raggiunto una verità importante” con le sentenze Cavallini e Bellini, sottolinea il sindaco di Bologna Matteo Lepore da Palazzo d’Accursio. Ed è arrivata “grazie ai Tribunali e alle associazioni dei famigliari”.

“Parlerò dal palco e farò un discorso lunghetto dopo 45 anni”, anticipa Paolo Bolognesi, il presidente uscente dell’associazione famigliari delle vittime. “Volevo fare un ringraziamento ai giudici della Procura generale che hanno fatto le indagini da cui è emerso il processo ai mandanti che ci fa dire che si sa tutto il retroscena della strage. Ma questo apre anche nuovi scenari e nuovi processi che possono riscrivere parte della storia del nostro Paese. Per quanto riguarda l’attualità io ne ho parlato telefonicamente con la ministra Bernini per quella legge che servirebbe a mettere a posto quella sui risarcimenti ai famigliari. Piantedosi aveva detto che si sarebbe sistemato entro la fine dello scorso anno”.
Come si diceva, quest’anno, causa cantiere del tram su via Indipendenza, il corteo partirà da via Ugo Bassi. E mentre a Palazzo d’Accursio si incontrano istituzioni e famigliari delle vittime, in via Ugo Bassi si prepara la testa del corteo con lo striscione che apre ogni anno la sfilata dei cittadini verso la stazione: “Bologna non dimentica”. Sono già in tanti a fotografarlo e a condividerlo in rete.


Quest’anno sarà una ministra bolognese a rappresentare il governo alla commemorazione della strage alla stazione: si tratta di Anna Maria Bernini, titolare dell’Università e della Ricerca, che ha incontrato il presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime Paolo Bolognesi.

Chi in questi giorni transiterà dalla hall dell’Alta velocità nella stazione di Bologna incontrerà dei volti. Sono i ritratti di una ventina di vittime della strage alla stazione realizzati dai fumettisti dell’Accademia di Belle arti di Bologna. “Fa impressione pensare che gran parte di quelle persone avevano la nostra età e solo perché passavano di lì quando è scoppiata la bomba non ci sono più. Ma soprattutto ci ha colpito quello che è successo dopo lo scoppio, il senso di comunità che si è creato, rappresentativo dello spirito di Bologna”.

Manuela Basso era una bambina di appena cinque anni, quel 2 agosto 1980 in cui stava aspettando l'arrivo del papà. Che però era in ritardo, perché aveva perso il treno. Entrò nella sala d'aspetto per telefonare e avvisare la sua famiglia. Poi, alle 10.25, l'esplosione. “Quando mia mamma ha acceso la tv ha capito subito ed è crollata. Il loro era un amore grande”. Manuela Basso è partita in bicicletta da Padova per essere oggi in corteo a Bologna.

Le sentenze passate in giudicato sulla Strage di Bologna «sono un punto d’arrivo», ma i processi ci «dicono tanto anche sul coinvolgimento degli apparati dello Stato e sul livello politico di coinvolgimento nell’attentato». L’avvocato Andrea Speranzoni, alla guida del pool di legali dell’associazione, dopo le fatiche dei processi che hanno portato alle ultime sentenze in Cassazione per Cavallini e Bellini, tira le somme.

“Io so, ma non ho le prove” scriveva nel 1974 Pier Paolo Pasolini commentando i tentativi di golpe seguiti agli attentati neofascisti di quegli anni. Oggi invece sulla strage del 2 agosto, sia pure a 45 anni dall’attentato, “sappiamo e abbiamo le prove” di chi realizzò, ispirò e finanziò la strage. Come e perché la Loggia P2 e Licio Gelli abbiano pagato i neofascisti per realizzare la strage di Bologna, depistando poi le indagini per impedire di arrivare alla verità, lo racconterà un’iniziativa di Cantiere Bologna programmata questa sera in piazza Maggiore al termine del tradizionale concerto e intitolata proprio “Oggi sappiamo, e abbiamo le prove”.

Bologna avrà il suo parco della Memoria, sull’esempio di quello di Buenos Aires, dedicato ai desaparecidos e inaugurato nel 2007. Sarà realizzato all’ex Scalo ferroviario del Ravone e racconterà la storia di tutte le stragi di terrorismo e di mafia italiane, non solo del 2 agosto. Al suo interno ospiterà anche il Polo della Memoria, quella casa per gli archivi dell’associazione dei famigliari delle vittime invocata ieri su Repubblica dal vicepresidente Paolo Lambertini, che oggi raccoglierà il testimone dallo storico presidente, Paolo Bolognesi.

Dopo 45 anni dalla strage, Dolores D’Elia ha solo un desiderio: «Rincontrare i pazienti ricoverati al 9°piano dell’ospedale Maggiore quel 2 agosto 1980. E i loro parenti». Infermiera, di soli 27 anni, quel sabato d’estate che doveva essere, «tranquillo», ha affrontato con le sue colleghe uno scenario da guerra.

Per il secondo anno consecutivo il corteo del Due Agosto vede modificato il proprio tracciato dal cantiere del tram che interessa via Indipendenza. Si parte questa volta da via Ugo Bassi.

La commemorazione della strage alla stazione inizia poco dopo le 8 da Palazzo d’Accursio, dove i famigliari delle vittime incontrano le istituzioni. Per il governo partecipa quest’anno la ministra bolognese Anna Maria Bernini. Poi prende il via il corteo che quest’anno eccezionalmente da via Ugo Bassi porta migliaia di cittadini a piazza Medaglie d’Oro, davanti alla stazione centrale di Bologna. Quindi i discorsi ufficiali del sindaco Matteo Lepore e del presidente dell’associazione dei famigliari Paolo Bolognesi. Discorsi che vengono interrotti alle 10.25 dal triplice fischio di locomotiva che introduce il minuto di silenzio.
A seguire, alle 10.50 la deposizione di corone nella sala d’attesa della stazione, dove esplose la bomba, e anche sul primo binario presso il cippo che ricorda il ferroviere Silver Sirotti deceduto nella strage dell’Italicus. Alle 11.15 nella chiesa di San Benedetto in via Indipendenza la messa celebrata dal cardinale Matteo Maria Zuppi.
Nel 45° anniversario della strage alla stazione di Bologna il presidente uscente dell’associazione dei famigliari delle vittime Paolo Bolognesi attacca frontalmente l’esecutivo: “La strategia della tensione non è finita. Ci siamo dentro, tenete presente quello che sta facendo il governo”.

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